L’adolescenza è una scoperta personale
durante la quale ogni soggetto è impegnato in un’esperienza:
quella di vivere;
in un problema: quello di esistere”.
Donald Winnicott
Accreditamenti: Regione Lombardia
Crediti: n. 16 crediti formativi ECM
Premessa: La sofferenza è parte della vita e costringe l’essere umano a confrontarsi con gli aspetti della sua interiorità che richiedono ancora la ricerca di un senso. La sofferenza può essere essenziale per trovare se stessi così come può stravolgere e far impazzire.
Per l’adolescente, così come per i bambini e gli adulti, il dolore e la psicopatologia non hanno una relazione lineare fra loro.
Quando un adolescente soffre difficilmente si esprime con le parole: lo fa più spesso con i silenzi, l’isolamento, i disturbi dei comportamenti alimentari, il consuma di droga. A volte arriva persino ad accarezzare l’idea del suicidio, tentativo estremo, paradossale e disperato per affermare la propria esistenza.
L’adolescenza sembra essere il trauma per eccellenza, nel senso che è il periodo della vita più esposto ai traumi. Per alcuni autori l’evento traumatico fondamentale dell’adolescente è la trasformazione puberale del suo corpo e la sua differenziazione genitale con il corrispondente desiderio sessuale. Ma altri gravi traumi possono aggiungersi: la morte dei genitori, la loro separazione, una gravidanza inaspettata, una violenza sessuale subita. Due sono gli aspetti dell’esperienza traumatica che può essere osservata in analisi: trauma attuale che può attivare esperienze traumatiche pregresse e rimosse e trauma come “posteriorità” o rielaborazione di un trauma subito prima dell’adolescenza. I comportamenti traumatofilici di certi adolescenti “a rischio” rappresentano un esame delle capacità di angoscia e cioè un tentativo disperato di padroneggiare l’angoscia prodotta dal trauma originario.
La teoria winnicottiana del trauma sviluppa l’aspetto oggettuale della teoria freudiana, sottolineando la funzione della madre nel garantire il sentimento di sicurezza e le conseguenze per l’Io adulto del fallimento a questo riguardo. Le conoscenze sul trauma e la dissociazione, sull’attaccamento, sulla diade madre-neonato hanno ancora molto da dire per la costruzione di modelli clinici adeguati al lavoro con adolescenti .
Lavorare con gli adolescenti richiede un atteggiamento specifico, che può trarre molto giovamento dai più recenti modelli teorici della psicoanalisi relazionale.Con gli adolescenti, infatti, è necessario un lavoro di reciproca collaborazione,che permetta loro di essere “analisti degli analisti”.
La capacità del clinico, secondo la prospettiva relazionale, dipende prevalentemente dalle sue risposte soggettive, sostituendo così, alla sua neutralità, il suo stato d’animo, i suoi sentimenti, le sue fantasie e i suoi pensieri, considerati il vero sentiero verso la scoperta dei problemi del paziente adolescente.
Obiettivi:Il Corso si propone di fornire informazioni sull’evoluzione e sulla formazione della struttura dell’adolescente e di offrire gli strumenti adeguati per decifrare e dare un senso al disagio o alla patologia, attraverso una familiarità con le modalità espressive tipiche dell’età, necessaria a stabilire una comunicazione ‘su misura’ che faciliti il costituirsi della relazione con il terapeuta
Destinatari: Medici Chirurghi, Psicologi
Durata:16 ore
Si svolgerà presso: IAL Lombardia, Via Castellini, 7 – Brescia
In data: 08/09/2012 – 22/09/2012
Costo in Euro: 180,00 (IVA compresa)
Modalità di pagamento: Bonifico bancario intestato a: Istituto di Psicologia Psicoanalitica – IBAN: IT11Y0350011215000000012524